100 anni di BBC

Simone Fattori, autore di Suoni nell’etereCento anni di musica e radio ci parla del secolo della BBC.

Londra, 18 ottobre 1922.  Il General Post Office (GPO) e alcune compagnie di telecomunicazioni  – Marconi Wireless Telegraph Company, General Electric, Western Electric, Radio Communication Company, Metropolitan-Vickers e British Thomson-Houston – fondano la BBC British Broadcasting Company. Era la conclusione di un percorso nato due anni prima, quando la Wireless Telegraph Company di Marconi aveva messo a punto una trasmissione sperimentale mandando in onda, per un pubblico di radioamatori, un concerto del soprano australiano Dame Nellie Melba. Ci vollero infatti più di due anni per convincere il governo britannico a concedere la l’autorizzazione per le trasmissioni, vincendo il timore che potessero interferire con le comunicazioni militari.

Era però anche l’inizio di una gloriosa storia di trasmissioni radiofoniche prima e, dal 1939, anche televisive, che in diversi momenti entrerà da protagonista anche nella storia con la “S” maiuscola.

Le trasmissioni radiofoniche della nuova compagnia iniziarono il 14 novembre, dalla Marconi House di Londra. Il primo direttore generale, lo scozzese John Reith, dichiarò subito la missione della nuova compagnia: “educare ed elevare il buon gusto pubblico e – in un modo o nell’altro – contribuire alla metabolizzazione della democrazia”. Più in breve, coniò il motto che ancora oggi guida le produzioni e la gestione di una delle maggiori compagnie di comunicazione del mondo, certamente la più antica: “informare, educare e intrattenere”.

La società in origine si finanziava attraverso una tassa sulla vendita di ricevitori radio messi in commercio da produttori associati, per passare poco dopo ad un canone annuo di 10 scellini che permise di finanziarsi senza ricorrere alla pubblicità.

Qualche anno dopo, Lord Reith stilava anche un accurato identikit dell’annunciatore ideale: “uomini di cultura, esperienza e conoscenza, dotati di accento del Sud-Est dell’Inghilterra e con spiccate qualità morali”. In quel periodo gli annunciatori della BBC dovevano addirittura indossare lo smoking quando erano in onda e, con qualche adeguamento al mutare dei costumi, questa sobrietà di fondo resiste ancora ed è la cifra caratteristica dello stile BBC.

Negli anni della Seconda guerra mondiale la BBC sospende le trasmissioni sperimentali televisive e attraverso le trasmissioni radiofoniche mantiene alto il morale del popolo britannico e interviene, con le trasmissioni dedicate ai vari paesi in guerra (come Radio Londra in Italia) nella propaganda e successivamente nel sostegno alla resistenza.

Con la fine della guerra, oltre alla ripresa delle trasmissioni televisive, BBC amplia anche l’offerta radiofonica, varando nel 1945 il secondo canale, denominato Light Programme, che rispondeva a una precisa richiesta di evasione e intrattenimento da parte degli ascoltatori. La musica popolare era la base della programmazione del nuovo canale, tanto che, un anno dopo, nacque un terzo canale BBC, per coprire la richiesta del pubblico più colto, amante della musica classica, della letteratura e dei radiodrammi.

All’inizio degli anni ’60 BBC, ingessata e incapace di adeguarsi ai cambiamenti sociali, subì l’ondata delle radio pirata. Decine di emittenti che trasmettevano da imbarcazioni ancorate in acque internazionali e basavano la loro programmazione su tutto ciò che non superava la severa censura dei dirigenti del servizio pubblico: conduzione disinvolta e trasgressiva, musica moderna, argomenti cari ai più giovani.

Ogni intervento in materia di regolamentazione della radiodiffusione sembrò in quel momento molto rischioso, visto anche l’enorme seguito che le radio pirata avevano ottenuto in poco tempo (in meno di un anno Radio Caroline aveva conquistato 7 milioni di ascoltatori), e addirittura si arrivò a riconoscere il ruolo che queste emittenti stavano giocando nel panorama culturale, tanto che Sir Hugh Jenkins, in una seduta del parlamento dichiarò: “La BBC ha molto chiaramente fallito nel provvedere al soddisfacimento dei gusti pop del pubblico. Se la BBC ne avesse conosciuto i gusti, i pirati non sarebbero mai nati”.

Per questo, mentre nel 1967 entrò in vigore la Marine Offence’s Act, ovvero la legge che attuò le limitazioni che portarono progressivamente alla chiusura di tutte le radio pirata, la BBC riformò profondamente i suoi canali radiofonici, lanciando BBC Radio One, che rappresentò praticamente la cooptazione istituzionalizzata dello stile e dei conduttori delle radio pirata.

Sbarcarono così sulla radiofonica pubblica, per esempio, John Peel insieme ad altri dj come Pete Drummond e Tommy Vance. Il suo Night Ride (in onda dal 1968 al 1969) non sarà altro che la trasposizione sulla radio di Stato di The Perfumed Garden, con letture di poesie, musica nuova e stile trasgressivo, e forse per questo durerà solo due anni.

Da quel momento, pur mantenendo il suo rigido stile nei tre canali principali, BBC contribuirà all’affermazione e alla diffusione della musica britannica, nonostante la limitazione del Needle time. Sin dalla fondazione dell’emittente britannica, infatti,   la Musicians Union aveva imposto un tempo contingentato al passaggio di registrazioni fonografiche, cioè musica direttamente da un disco. Fino al 1967 alla radio nazionale del Regno Unito era permesso di trasmettere dischi solo per cinque ore al giorno e, con progressivo aumento delle ore di trasmissione, questo accordo denominato proprio Needle time (dove needle sta per puntina), è stato in vigore fino al 1988.

Per aggirare questa regola, spesso, si faceva ricorso alla musica dal vivo, generando negli anni format che sarebbero entrati nel mito. Come nel caso i John Peel, storico conduttore di un programma di musica live che passerà alla storia come Peel Sessions e nel quale ogni settimana un artista presentava dal vivo quattro brani nuovi o ancora inediti.

Nello spazio di Peel presentarono nel corso degli anni le proprie nuove produzioni tutti i più grandi artisti: David Bowie, i Led Zeppelin, i Pink Floyd, Bob Marley, fino ai Nirvana.

Ma fu anche la prima vetrina di un certo rilievo per artisti e band emergenti, praticamente tutti quelli che diedero vita alla New wave degli anni ’80.

Oggi BBC è una delle maggiori aziende culturali del pianeta, ha 22 mila dipendenti, e trasmette in tutto il mondo in 28 lingue diverse. L’offerta radiofonica, trasmessa con tutte le tecnologie possibili, è formata oggi da 5 canali nazionali (BBC Radio 1, BBC Radio 2, BBC Radio 3 che trasmette musica classica, jazz, e programmi di approfondimento culturale, BBC Radio 4, per l’attualità e l’approfondimento giornalistico, BBC Radio 5 Live dedicata allo sport), 7 canali disponibili solo su Internet, digitale terrestre e televisione satellitare (BBC Radio 1 Dance, BBC Radio 1 Relax, BBC Radio 1Xtra, BBC Radio 4 Extra, BBC Radio 5 Live Sports Extra, BBC Radio 6 Music, BBC Asian Network, BBC World Service) e una cinquantina di stazioni locali.

In un mondo completamente cambiato, però, da cento anni il “Don… Don” del Big Ben scandisce immutabile l’inizio di una nuova giornata di trasmissioni.

Simone Fattori

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