Descrizione
Nel 1970 Giorgio Gaber abbandona il mercato discografico e la televisione per dedicarsi al teatro: è l’anno de Il Signor G. E’ l’inizio di una fase totalmente nuova, in cui il cantautore milanese sceglie di confrontarsi attraverso i suoi spettacoli con il pubblico – costituito in gran parte dai giovani protagonisti del Sessantotto – sulla possibilità effettivamente di cambiare il mondo. Ma la rivoluzione in cui crede Gaber è piuttosto distante dalle grandi certezze ideologiche che caratterizzano gli anni Settanta e mette al centro le persone, con il loro bagaglio quotidiano di dubbi, di speranze e di frustrazioni. E’ la rivoluzione dei “cani sciolti”: per Gaber, e per tanti altri in quel decennio, la politica ha senso solo se rifiuta gli slogan, le istituzioni (tutte) e sa intrecciarsi intimamente con l’esistenza delle donne e degli uomini.
Questo libro analizza il passaggio, negli anni ’70, dalla prima fase della carriera di Giorgio Gaber alla nascita del Signor G; attraversa quel decennio e gli spettacoli del Teatro Canzone portati in scena e scritti in collaborazione con Sandro Luporini; si sofferma sulla rottura con la stagione della contestazione e sul ritiro temporaneo del cantautore milanese dalle scene teatrali; getta lo sguardo sui suoi tentativi, negli anni successivi, di inseguire ed inventare altre utopie – che in realtà portavano nuovamente alla scintilla originaria del Sessantotto – da cui ripartire per provare a cambiare il mondo.
Prefazione di Paolo Dal Bon – Presidente della Fondazione Giorgio Gaber
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